Definire il lavoro artistico di Samantha Stella è complesso poiché la straordinaria molteplicità di linguaggi e codici che integra nelle sue opere artistiche non lo consentono. Le sue performance racchiudono arte visiva, danza, letteratura e musica per sbocciare in un’unica visione tesa all’esplorazione del sottile confine tra opposti. Tra vita-morte, bene-male, passato-presente, eternità-caducità.


I suoi lavori rivelano le influenze di mondi contrapposti tra classicismo, post punk, ambienti industriali, romanticismo, contro-cultura, icone sacre, cupo decadentismo e viaggi sciamanici che si manifestano spesso attraverso l’espressione del corpo.
È il corpo stesso quindi a diventare spettacolo, dove la geometria viene costruita dal movimento ma anche attraverso elementi esterni più o meno statici. Ne consegue un bilanciamento tra installazioni strutturali e corporee, fotografie e video con la collaborazione di scrittori, poeti, stilisti, artisti visivi, musicisti, compositori, registi.
Il percorso di ricerca di Samantha Stella inizia nel 2005, quando insieme a Sergio Frazzingaro fonda il duo di artisti visivi Corpicrudi. I loro progetti vengono accolti da gallerie d’arte contemporanea, musei, luoghi storici, chiese, carceri e castelli. Qualche anno dopo collabora con il coreografo Matteo Levaggi con debutti in alcune delle più importanti città del mondo.


Nel 2015 si avvicina ulteriormente alle performance legate al mondo della moda con il travolgente assolo Sinfonia in Rosso curato dalla critica d’arte Francesca Alfano Miglietti presso lo spazio di Antonio Marras, NonostanteMarras a Milano. L’anno successivo realizza Hell23, che culmina nel percorso di progetti video insieme al musicista Nero Kane, presentato all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles.

Da poco si è conclusa la sua personale God Loves You presso la Traffic Gallery di Bergamo dove richiama la solitudine malinconica di oggetti che si incontrano tra il rock femminile e l’iconografia cristiana. Una collisione tra passato e presente, parte del più ampio progetto di lungometraggio sperimentale Love In A Dying World, che mette in scena il viaggio attraverso il deserto della California.


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WHY
come e perché ti sei avvicinata al tuo percorso?
Perché mi è stato chiesto (ride). Io venivo dalla danza e ginnastica artistica. In contemporanea il mio ragazzo di allora, Sergio Frazzingaro, muoveva i primi passi come DJ quando dei suoi conoscenti ci chiesero di eseguire una performance di apertura per un evento. Quella è stata la prima gestione di un evento unito a performance. Io lavoravo sul corpo perché per me era la cosa più naturale, il mio linguaggio. A quell’evento ne seguirono altri, dove poi abbiamo iniziato a sperimentare anche l’utilizzo di foto e videocamera. Siamo diventati i Corpicrudi, una creatura che abbiamo portato avanti insieme attraverso performance, foto, video e così iniziarono anche le prime mostre nelle gallerie d’arte.
Durante un’importante mostra d’arte alla galleria di Trieste LipanjePuntin, che ospitava grandi artisti tra cui Anton Corbijn, e che oggi non esiste più, abbiamo casualmente conosciuto il curatore. Nel frattempo i giornalisti iniziavano piano piano conoscerci e sono susseguite delle collaborazioni importanti. Abbiamo collaborato da subito con artisti di differenti campi. Alessandro de Benedetti, attualmente Direttore Creativo presso Mila Schön, ai tempi era stilista e aveva una sua linea, e abbiamo fatto insieme una mostra con evento aprendo la strada con la moda.
Poi c’è stata la conoscenza con il coreografo Matteo Levaggi, resident di una delle compagnie più importanti di ballo, Balletto Teatro di Torino. Mi sono come ritrovata nel mondo della danza ma al contrario; ripensando al set dal punto di vista della sua creazione e coreografia. Abbiamo dato il via a una trilogia di balletti: Primo Toccare, il cui debutto è stato presentato alla Biennale de la Danse de Lyon. Il secondo atto a New York e il terzo a Bolzano. Nel frattempo veniva presentato anche nei teatri in Italia, Belgrado a Francia e così ho potuto unire le mie passioni, attraverso applicazioni diverse, dalle scene, ai colori, ai costumi. Per Primo Toccare avevo il controllo totale dell’estetica, ed è durata parecchi anni.
Ho poi collaborato con la Lavanderia a Vapore di Collegno – ex ospedale psichiatrico – da assistente alla direzione artistica, per creare una stagione di danza, invitando compagnie straniere di livello alto.
È come se tutti gli anelli fossero concatenati.
Dopodiché sono tornata sulla scena con una performance a seno nudo al Teatro Elfo Puccini, e a Los Angeles in un museo in occasione della Fashion Week LA, mentre lavoravo a un side project di uno dei componenti dei Death in Vegas. In quell’occasione ho invitato due band, e da lì si è consolidata la collaborazione con il mondo della musica utilizzando gli artisti stessi come protagonisti e diventati poi parte del film Sexxx del regista torinese Davide Ferrario. Durante la messa in onda del film al Teatro Puccini nel 2015, era presente Francesca Alfano Miglietti, che gestisce la parte artistica dello spazio NonostanteMarras e mi ha invitata lì per una performance.
Adesso è in corso la mia mostra fotografica “God Loves You” alla galleria Traffic di Bergamo, e il testo lo ha scritto lei. Nel percorso c’è anche l’installazione del video Hell23 in collaborazione con Nero Kane. La mostra è un anello di congiunzione al nuovo progetto Love In A Dying World, sempre con il musicista Nero Kane, che include un mio lungometraggio ad episodi nei paesaggi californiani con le musiche del suo nuovo album registrato a Los Angeles, di cui sto terminando il montaggio.
WHO
come ti descriveresti in poche parole?
Autetica. Che crede veramente in ciò che sente e ne ha pagato spesso il prezzo. Sono molto attratta da quello che deve uscire in maniera spontanea da dentro. Determinata, e credo che l’arte sia poesia.
WHAT
qual’è la tua fonte di ispirazione?
Non ho mai avuto una fonte di ispirazione unica. È una serie di interazioni; la vita è in continuo mutamento e negli ultimi anni ha preso una direzione. Nella danza, la musica, la moda .. tante cose. Mio padre è un batterista blues, mia madre madre dipinge e fa incisioni. Ho avuto la fortuna di utilizzare e lavorare ogni volta sulle mie passioni.
WHERE
dove vai quando hai bisogno di una pausa?
Non ho un luogo. Negli ultimi anni prediligo sempre di più il silenzio e il contatto con la natura. Sto bene nei luoghi incantati… un po’ senza presenza umana, nei boschi di montagna, nel paesino antico, i borghi.
WHEN:
quando e quali saranno i tuoi prossimi passi?
Terminata la mostra da Traffic Gallery mi sto dedicando all’editing del lungometraggio Love In A Dying World.
**WILDCARD
la materia che più ti piace?
Il marmo, di cui amo l’eleganza, il rigore e l’apparente freddezza, e al contempo la possibilità di essere plasmato in splendide opere d’arte che si tramandano nei secoli avvicinandoci al concetto di eternità.