Se mi chiedessero di descrivere le fotografie di Marta Bevacqua risponderei che oltre alla pura meraviglia, suscitano in me una collisione di ossimori. Opposti concordi che si incontrano e scontrano come onde che si infrangono sugli scogli.
Le immagini di Marta sono travolgenti, e si manifestano come intense e forti seppure narrano sommessamente la sottigliezza di un’effimera e delicata fragilità. I suoi soggetti – spesso femminili – ammaliano e catturano l’osservatore in una fitta trama di fascino enigmatico dal quale è difficile sfuggire. Si presentano decisi ma inequivocabilmente non mancano di raccontare realtà che valicano il confine tra mondo e oltremondo, naturale e sovrannaturale, dove l’onirismo diviene una sfaccettatura di quotidianità possible.
Fiabe di magia dove l’uso dei giochi di luce e dei riflessi lascia spazio alla creativa sospensione del pensiero, per creare uno spazio dove tutto è possibile. Ed è appunto la spiccata sensibilità artistica di Marta a conferire a ogni suo scatto quell’atmosfera che distingue il suo tratto caratteristico e inconfondibile.
L’amore per la fotografia nasce in gioventù, quando apprende le prime nozioni dal padre che ha sempre nutrito un interesse amatoriale. Attualmente Marta vive a Parigi dove ha deciso di risiedere stabilmente per portare avanti la sua professione con passione dedicandosi a progetti personali, di moda e di pubblicità.
Scopro i suoi lavori quasi per caso su Instagram, e dopo un lungo periodo di segreta ammirazione la contatto.
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WHY
come e perché ti sei avvicinata al tuo percorso?
È successo un po’ per caso durante il liceo. Giocavo a un gioco di ruolo fantasy online, e cercavo delle foto o dei disegni che potessero rappresentare il mio personaggio. Ho scoperto così siti come DeviantArt, Flickr e altri. Una volta trovato ciò che cercavo, ho continuato ogni giorno a navigare su questi siti, per il semplice piacere di guardare belle immagini.
Da lì il passo è stato quasi spontaneo. Ho pensato che avrei potuto provare anche Io a scattare qualche fotografia. Ho trovato una vecchia macchina fotografica compatta (e rotta) in casa e da lì non ho più smesso.
Quello ovviamente non era che l’inizio. Pian piano sono cresciuta, fino a dedicarmi completamente a questa passione una volta diplomata, finché non è diventata il mio lavoro.
WHO
come ti descriveresti in poche parole?
Sono una grande sognatrice, spesso malinconica e solitaria. Di solito preferisco stare per conto mio a leggere un buon libro, piuttosto che trovarmi in mezzo alla gente.
Riservata, ma quando inizio a parlare non mi ferma più nessuno.
Adoro viaggiare.
WHAT
qual’è la tua fonte di ispirazione?
Mi ispiro davvero a tutto. Ai libri, ai film e alla musica, ma anche a lavori di altri artisti (non solo fotografi). Mi ispiro a ciò che mi circonda, in modo particolare la natura. Può essere una luce particolare, le nuvole che corrono veloci nel cielo, o il vento che scuote gli alberi. Mi capita di avere idee nei momenti più disparati, e di solito annoto tutto. Subito dopo sviluppo l’idea.
WHERE
dove vai quando hai bisogno di una pausa?
Cammino. Mi piace camminare a passo svelto. Andrei in un parco, dove non sento e non vedo il rumore e la gente.
WHEN
quando e quali saranno i tuoi prossimi passi?
Sto organizzando alcuni viaggi in cui vorrei allargare i miei orizzonti. Ora come ora sto cercando nuovi stimoli.
**WILDCARD
nelle tue fotografie prevale una maggioranza di soggetti femminili e la quasi assenza di soggetti maschili. C’è una motivazione precisa dietro a questa scelta stilistica?
Sono una donna, quindi forse è perché capisco meglio i soggetti femminili. Ma è sempre stata una scelta istintiva, non ci ho mai riflettuto più di tanto.