La moda vista come forma d’arte e come incessante ricerca di stupore. Gli abiti-scultura di Dimitar si contraddistinguono per i grossi volumi dai tagli decisi e materiali innovativi e inusuali. Una silhouette ridisegnata attraverso forme, colori e tessuti mixati tra sperimentazione e una meticolosa attenzione ai particolari e al dettaglio.
Bulgaro di nascita e morcianese di adozione, fin da bambino nutre un interesse per tutto ciò che è bizzarro e fuori dal comune. Contro qualsiasi convenzione presente nel fashion system, il suo approccio stilistico è decisamente provocatorio e riflette il suo carattere propenso alla continua ricerca di emozioni: determinato, curioso, estroso e pieno di inventiva. Difficilmente non raggiunge il suo obiettivo quando si tratta di suscitare meraviglia e interesse in chi osserva le sue opere.
Le fonti di ispirazione di Dimitar sono varie quanto il suo stile originale e trasversale che traspare nei suoi lavori: la corrente del 1700, H. R. Giger, Sorelle Fontana, Alexander Mc Queen.
Abiti-scultura dai grossi volumi uniti a una continua ricerca di materiali
La sua prima vera creazione “Dark in Love” viene presentata come progetto finale di esame al Polimoda di Firenze nel 2015. Antitetica, dalle ispirazioni e culture diametralmente opposte, la collezione prende spunto dalle statue e il fetish africano, unito a un look dark e trasgressivo.

Ed è qui che il confine tra arte e moda si fa labile: i volti delle modelle durante la presentazione del progetto sono volutamente coperti da tessuti neri e la collezione è interamente realizzata in carta. La passione per la carta nasce dopo un viaggio di Giappone dove apprende l’arte dell’origami.

Nel 2016 viene pubblicato su Vogue Talents in seguito alla sua presenza all’hub creativo WNFL rivolto a giovani creativi emergenti durante Milano Fashion Week. Ci siamo conosciuti in quell’occasione, dopo la quale Dimitar ha vinto diversi concorsi anche televisivi. Curiosa di sapere tutte le sue novità, ci sentiamo telefonicamente un pomeriggio mentre passeggia nella cittadina in cui è cresciuto.
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WHY
come e perché ti sei avvicinato al tuo percorso?
La passione mi è nata a 10 anni, quando un’amica della mamma mi regalò ‘Gira La Moda’ (NdR: un gioco per disegnare abiti e creazioni di moda). Da allora non ho mai lasciato quell’interesse, e ho proseguito studiando Design della Moda alle superiori e poi al Polimoda di Firenze. Il mio obiettivo era quello di cambiare l’evoluzione della moda e del marketing per tornare alla creazione di pezzi di vendita unici. Da bambino venivo sempre sgridato perché rompevo i grembiuli di mia mamma per ricomporli in camici e gonne di cui coloravo o tingevo i tessuti. In particolare si era arrabbiata per un bellissimo grembiule blu di Enrico Coveri che ancora ricordo. Non ero mai stato compreso in ambito lavorativo fino a due anni fa. Dopodiché sono iniziati i riconoscimenti.
WHO
come ti descriveresti in poche parole?
Mi identifico con il concetto di Alexander McQueen. Forte, determinato e che sa dare emozioni alle persone attraverso l’abbigliamento. Altrimenti non ha senso.
WHAT
qual’è la tua fonte di ispirazione?
Alexander McQueen e Thierry Mugler mi sono stati di grande ispirazione per sostenere e continuare a sostenere questa mia scelta soprattutto nei momenti più critici: un’infanzia difficile, il fatto di crescere in un paesino. Pensa un po’ che addirittura in passato mio padre voleva diventassi avvocato! Oggi è contento del mio percorso e mi supporta pienamente.
WHERE
dove vai quando hai bisogno di una pausa?
Il mio posto preferito è il mio paese: Morciano di Romagna.
WHEN
quando e quali saranno i tuoi prossimi passi?
Il prossimo passo sarà quello di presentare a Milano una collezione intera e vendibile. Ho acquistato tutti i domini per vendere non solo in Italia ma in tutto il mondo: Giappone, Russia, Germania, Cina, New York. Voglio poter raggiungere ovunque quel tipo di donna ben decisa che sa quello che vuole senza essere volgare.
**WILDCARD
So che sei attratto da cose particolari e bizzarre. Qual’è la cosa particolare e bizzarra che ti attira di più?
Le donne di una certa età che si rendono conto di essere arrivate a una sorta di capolinea. Mi ricordo che a Firenze mi divertivo sempre a guardare certe donne che vanno al teatro indossando pellicce, gli abiti firmati e tutti i gioielli possibili immaginabili. Vedo in loro una voglia di tornare giovani e mi immagino che magari, chissà, forse nutrono un rancore nascosto nei confronti della vita che non hanno sfruttato appieno. Appaiono quindi per ciò che non sono e mi sembrano indossare dispiacere e rancore perché potevano sfruttare la vita diversamente.