Daniel Popper: quando l’arte dialoga con i dintorni

Che sia una scultura ciclopica che gentilmente ci accoglie all’interno del suo lussureggiante torace illuminato mentre passeggiamo a Tulum (Ven a La Luzvedere foto di copertina). Che sia una Venere-portale che possiamo attraversare a ritmo di beat elettronici, cullati da uno sguardo compassionevole (Boom Venus). Che sia uno Sciamano il cui ventre promette rifugio sicuro (Emergence). Che sia un immenso Cocker Spaniel interamente ricoperto di verde e fogliame a farci da guardiano all’ingresso di un festival musicale (Forest Dawgs). Una cosa è certa: l’inconfondibile genialità di Daniel Popper è sempre presente.

 

Boom Venus, Boom Festival 2014

 

Emergence di giorno, Boom Festival 2018

 

L’opera Emergence illuminata di notte

 

Forest Dawgs, Electric Forest 2018

 

Tra monoliti, creature quasi reali o di fantasia, le mastodontiche opere d’arte di Daniel hanno spesso dei comuni denominatori dati dall’intrinseca essenza dell’opera stessa. Danzano apertamente in un eterno dialogo con lo spazio che le ospita e spesso raccontano di quella profonda connessione tra l’uomo e la natura.   

 

Tripolee Stage, Electric Forest 2015

 

Reflections, AfrikaBurn 2013

 

Di notte le sculture, che a volte superano i 12 metri di altezza, prendono vita attraverso l’illuminazione di mapping scenografici grazie ai quali gli elementi di cui sono costruite – elementi organici, piante, legname, acciaio, alluminio, corde, materiali riciclati –  divengono ancor più spettacolari e valorizzati.

 

Boom Venus in versione notturna

 

Shaman, Boom Festival 2015


Con le sue magiche meraviglie, Daniel ha partecipato attivamente a tantissimi festival tra cui Electric Festival, Lightning in a Bottle, Boom Festival, Burning Man e AfrikaBurn. Lavora anche su pezzi commissionati legati al territorio per la sensibilizzazione del fragile eco sistema di cui facciamo parte.

Durante una delle mie interminabili ricerche di cui non ricordo nemmeno il punto di partenza, rimango molto colpita dall’immagine di Ven a La Luz, opera d’arte di 10 metri realizzata in occasione dell’evento Art With Me 2018 a Tulum, Messico.

 

Dettaglio dell’opera Ven a La Luz per Art with Me 2018, Tulum – Messico

 

Una pagina web tira l’altra e apro il suo sito. Improvvisamente davanti ai miei occhi emerge un mondo assurdo dove tutto è possibile e dove l’ambiente è corredato da personaggi ai margini della realtà.

.  .  .

WHY
come e perché ti sei avvicinato al tuo percorso?
Ho iniziato nel 2007 durante il primo evento regionale del Burning Man in Sud Africa, ed è stato il primo evento ad aprirmi gli occhi sui lavori di installazione interattiva. Una specie di spazio nuovo per mostrare le opere e un nuovo modo di approcciarlo attraverso l’utilizzo dell’ambiente, lo spazio e le persone, focalizzando su tutti i diversi elementi che quello specifico spazio avesse da offrire. Da lì in poi una cosa ha portato all’altra, e ho iniziato a creare sempre più lavori di questo genere, muovendomi verso la scenografia e il mondo dei festival. Ho trovato un nesso interessante tra questo e le installazioni artistiche specifiche del luogo, lavorando sulla creazione di lavori pubblici e giocando un po’ tra installazioni temporanee e permanenti.

WHO
come ti descriveresti in poche parole?
Direi che sono curioso. Eseguo tanto lavoro personale per rimanere curioso perché penso che la curiosità sia una delle qualità più importanti che l’essere umano possa possedere. Mi interesso sempre a come e di cosa sono fatte le cose e anche ai metodi che utilizzano le persone per crearle a qualsiasi livello, dall’architettura e i palazzi, all’industrial design, la progettazione spaziale, le relazioni, la qualunque. Si tratta di avvicinarsi a queste cose con una curiosità. Non mi propongo mai di avere le risposte a nulla perché ogni volta che penso di sapere qualcosa, imparo qualcosa di nuovo e diverso, e questo è molto importante per me.

Le altre due parole sarebbero che sono introverso ed estroverso allo stesso tempo; una combinazione nella quale sono molto timido in gruppo ma anche capace di parlare con estremo agio durante un intervento in pubblico.

WHAT
qual’è la tua fonte di ispirazione?
C’è una citazione interessante di Picasso, adesso te la leggo: “L’ispirazione esiste, ma ci deve già trovare all’opera”. Praticamente, non c’è una sola cosa che mi ispira, ma si tratta di essere costantemente impegnato nel processo del mio lavoro; gli elementi di ispirazione poi arrivano. Ad esempio, se c’è un nuovo progetto o brief per creare un installazione per, diciamo, un hotel, o uno sviluppo di un festival o qualsiasi progetto esso sia, interagirò con lo spazio e i dintorni, il tipo di posto, il tipo di festival, la musica, e inizierò a lavorare su tutti gli elementi per essere ispirato. Se non sono ispirato, significa che non sto lavorando.

WHERE
dove vai quando hai bisogno di una pausa?
A casa con mia moglie e i miei figli.

WHEN
quando e quali saranno i tuoi prossimi passi?
L’anno prossimo sarà alquanto movimentato. Ho degli spettacoli in Australia, Tulum in Messico, in Europa e negli USA. Valico il confine tra scenografia, installazioni artistiche, lavori pubblici, pezzi permanenti e temporanei ed anche alcuni su scala minore di interni e da collezione. Il mio focus è più su lavori pubblici e permanenti e meno sui lavori temporanei dei festival. Ad esempio la scenografia che farò in Europa rimarrà una struttura permanente; mi dà un maggiore senso di investimento.

**WILDCARD
quale opera maestosa non hai ancora creato?
Una scultura per il Burning Man Festival in Nevada.

 

 

Spread inspiration across the universe

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *